Cara Natura,
è da un po’ che non ci si sente, spesso mi urto con delicatezza tra le tue braccia e mi lascio cullare.
Oggi ho voluto regalarmi un distacco totale dalla realtà. Sì, perché sta diventando tutto un po’ pesante e sto perdendo un po’ di vista i miei sogni, quelli per cui mi batto contro una società che mi sta sempre troppo stretta.
Quest’anno ho imparato dalla primavera come rifiorire, soprattutto dopo inverni troppo freddi, troppo bui, troppo lunghi. Tipo, il mio inverno quest’anno è durato circa un anno e mezzo, è mai possibile?! È stato l’inverno più lungo della mia vita. Rifiorire mi sembrava impossibile. Mi ero strappata di dosso i miei petali colorati, avevo perso l’odore che mi caratterizzava e distingueva da tutti gli altri fiori. Le foglie secche, le radici morte. Eppure, la primavera me l’ha insegnato bene come rifiorire, come pazientare, come far crescere foglie verdi e fiori colorati. Un piccolo semino e un po’ d’acqua ogni giorno. Sole al mattino, rugiada alla sera.
“Pazienta!” mi ha detto. E io l’ho fatto, ho atteso.
E poi l’estate! Me l’ha insegnato alla grande quel lasciarsi andare, quel arare la terra, cogliere i frutti dolci dopo quel tanto pazientare. Mi ha insegnato che l’inverno, prima o poi, finisce, e la pazienza è una virtù, ma solo se la unisci al crederci per davvero in te stessa, con tutta la forza!
“Raccogliti!” mi ha detto. E io l’ho fatto, mi sono abbracciata all’infinito.
Ora l’autunno, con questi suoi colori che mi fanno impazzire. Ma di una cosa ti voglio parlare, cara Natura: le sue foglie. Le ho viste nascere, crescere, farsi verdi, grandi, forti, immense, le ho viste tremare ma mai mollare. Ma adesso…adesso cadono. Le guardo tremolanti, seccare e lasciarsi andare. All’inizio non capivo. Che senso ha farsi forti, verdi ed irriverenti per poi tremare, arrossire con mille colori, alcune rosse, arancio, ocra, gialle, marroni, e poi…cadere?! Ora qui, l’ho capito.
“Lasciati andare!” mi ha detto. Ed io sto imparando a farlo. Perché qui, di fronte a te, ho capito che solo lasciando andare si può far spazio a nuove foglie.
A nuove persone.
Grazie natura
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