Il Cammino del Salento è composto da due itinerari che da Lecce portano ad un’unica meta: De Finibus Terrae di Leuca. Per entrambe le vie si parte da Lecce, precisamente da Porta Napoli. Si attraversa il centro storico e si arriva in piazza sant’Oronzo, dove i due percorsi si dividono: per la Via del Mare si deve procedere verso il Castello Carlo V, mentre per la Via dei Borghi verso Porta San Biagio. Le due vie si incontrano ad Otranto, quindi nelle ultime 3 tappe, le due vie coincidono.
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La Via del Mare
In questo articolo parleremo della Via del Mare, che è la via che ho percorso io nel gennaio del 2023.
La Via del Mare permette dal primo giorno di raggiungere il mare Adriatico, dove potrete sin da subito camminare sulla spiaggia. Il percorso si alterna tra sentieri costieri, spiagge e pinete per 115 km suddivisi in 5 tappe. E’ un percorso adatto a tutti, non presenta dislivelli importanti e le tappe non superano mai i 25 km.
Sconsiglio di percorrere questo cammino nel periodo estivo causa troppo caldo e troppo afflusso di turisti, mentre è perfetto nelle mezze stagioni e in inverno, dato le temperature mai troppo rigide del sud Italia.
PRIMA TAPPA: LECCE ➔ SAN FOCA – 24,7 KM – 6H
Il punto di inizio della Via del Mare del Cammino del Salento è Porta Napoli a Lecce. Per la prima volta percorrerò un cammino in compagnia di un amico: Vincenzo di Cammini d’Italia. Il patto è quello di vedersi ad ogni fine tappa ma di camminare da soli, ma questa cosa è durata solo mezza giornata, alla fine abbiamo percorso tutto il cammino assieme.
Così comincia questa prima tappa! Ma prima: colazione con un pasticciotto leccese, di cui ne seguiranno tanti altri! In questo cammino ho una lista da compilare, non ne ho mai avuta una negli altri cammini e sono davvero molto entusiasta per questo!
Proseguiamo oltre l’arco attraverso il centro storico di Lecce, dove passeremo accanto al Palazzo dei Celestini e la Basilica di Santa Croce, piazza Sant’Oronzo e l’Anfiteatro romano. Ma prima di lasciare Lecce non possiamo non assaggiare il caffè leccese e prendere un rustico leccese, da mangiare durante la nostra sosta per il pranzo!
Ci lasciamo alle spalle la città e da qui ognuno con il suo passo e i suoi pensieri. Percorreremo una strada asfaltata non trafficata, passando accanto a delle campagne. Il primo incontro è con il borgo di Merine, per poi arrivare al carinissimo borgo di Acaya, dove vi suggerisco di entrarci a dare un occhio. Qui, attendo che arrivi Vins per gustarci il nostro rustico Leccese!
Piove da stamattina ma questo non ci impedisce di goderci questa prima tappa al meglio, e allora proseguiamo, questa volta, verso il mare.
In quest’ultimo pezzo, prima di vedere il blu del mare, incontriamo tanti ulivi morti per colpa della Xylella. La Xylella fastidiosa è un patogeno batterico delle piante trasmesso da insetti vettori e associato a malattie gravi che interessano un’estesa varietà di piante, tra cui gli ulivi. Era come camminare in un cimitero di alberi morti.
Ho camminato con un pensiero fisso: quello di rivedere il mare, e meravigliarmi dinanzi alla sua bellezza. E all’improvviso…eccolo. Inizialmente l’ho sentito, da lontano, con il suo rimbombo. Poi è apparso, e un’ondata di profumo di salsedine mi ha travolta! Che bello risentire la sabbia fredda e umida sotto i miei piedi.
Ci ha voluto dare uno dei benvenuti più emozionanti: un arcobaleno, il mare incazzato nero, le sfumature del cielo al tramonto e un fenicottero che vola in cielo. Tutto nello stesso istante.
Sono emozionata. Incredula. Immensamente grata. Tutti gli avvenimenti di oggi hanno fatto sì che io fossi lì in quell’istante, a stupirmi della tua meraviglia. Ancora una volta grazie, perché mi fai innamorare sempre più della vita.
SECONDA TAPPA: SAN FOCA ➔ OTRANTO – 23,9 KM – 6,5H
Buon Compleanno a me!!! Oggi festeggio il mio secondo compleanno in cammino! Quest’anno è importante perché sono 30 anni! Si lasciano per sempre i 20 e si entra nell’età delle difficili e ardue decisioni della vita.
La giornata inizia con la canzone di “Tanti auguri a te” fino allo sfinimento da parte di Vins. E’ uscito finalmente il sole ma c’è anche un sacco di vento! Difatti, il mare è incazzato nero questa mattina.
Ci incamminiamo inizialmente su una pista ciclabile, per poi trovarci a camminare su una spiaggia. In breve arriviamo a Roca, per poi entrare nel Parco Archeologico di Roca Vecchia e della Grotta della Poesia, dove spegnerò le mie candeline poste in bilico su un pasticciotto leccese!
Questa è la tappa più bella del cammino, per me! Il sentiero prosegue quasi tutto sulla costa, tra bellezze incredibili e spiagge. Dopo esserci lasciati alle spalle la Grotta della Poesia, si arriva a Torre dell’Orso (conosciuta da tanti e davvero molto turistica in estate), attraverso un sentiero arriviamo ai faraglioni delle due sorelle (di cui si narra un’antica leggenda). Procedendo sulla costa tramite il sentiero ben visibile, si arriva ai faraglioni di Torre Sant’Andrea, un’opera d’arte della natura. Proseguendo si arriva alla piccola baia con lo scoglio Tafaluro, conosciuto come “la sfinge”. Che dire…una bellezza naturale una dietro l’altra!
A questo punto si rientra e si procede nella pineta. Qui, mentre chiacchieriamo, non vediamo una delle frecce e procediamo per la strada sbagliata, finché arriviamo nuovamente su una spiaggia. Il sentiero alternativo alla traccia risulta essere bellissimo! Peccato che la spiaggia ad un certo punto termina e come via di uscita abbiamo: o tornare indietro sui nostri passi o arrampicarci su per una roccia. Ovviamente, decidiamo di arrampicarci su una piccola parete di roccia, dove ritroviamo la traccia del sentiero originale.
Percorriamo poi un breve tratto sulla spiaggia, arrivando al ponte dei laghi Alimini, dove ammiriamo un bellissimo tramonto. Proseguiamo nella pineta al calar delle tenebre e si arriva alla baia dei turchi. Si percorre infine un tratto di strada vicinale arrivando a Otranto.
Ad Otranto abbiamo il piacere di conoscere le responsabili del Cammino del Salento, Federica e Mariarita, dove ceneremo insieme e ci sarà anche una sorpresa finale: una torta di compleanno. E sì, quest’anno spegnerò nuovamente le candeline e lo farò con delle gente bellissima accanto. In questi momenti penso spesso alla mia vita precedente e di quel compleanno passato sola in lacrime a casa. Forse è proprio per questo, e per tanti altri motivi, che ci tengo a festeggiarmi in questa giornata e a cercare di regalarmi il sorriso. Quindi grazie ragazzi perché, inconsapevolmente, mi avete fatto un grande regalo quest’oggi e non lo dimenticherò mai.
TERZA TAPPA: OTRANTO ➔ SANTA CESAREA TERME – 22 KM – 5,5H
Purtroppo il giorno dopo mi sono svegliata con un virus intestinale, così siamo dovuti restare fermi per un giorno e riprendere il cammino il giorno seguente.
Riprendendo il cammino, prima di lasciarci alle spalle Otranto, passeremo dal castello e dal porto. Tramite un sentiero costiero incroceremo la Torre del Serpe, per poi incamminarci verso le Cave di Bauxite, sito di straordinaria bellezza, dove è incastonata nella terra rossa una piccola perla verde smeraldo.
Le tappe di questo cammino sono davvero piene ed intrise di storia e bellezza naturale. Proseguendo incontriamo il faro Palascìa, il punto più a est d’Italia. Tramite un sentiero che mi ricorda il Connemara in Irlanda, arriviamo alla Torre Sant’Emiliano.
Infine, arriviamo a Porto Badisco, il primo approdo di Enea, descritto nell’Eneide di Virgilio: l’eroe vi avrebbe fatto scalo nel suo viaggio in Italia dopo la fuga da Troia. Dalla sabbia, sul lato sinistro, si nota un singolare fenomeno: affiora acqua dolce che si trasforma in un piccolo rigagnolo lungo pochi metri prima di finire in mare. E’ una sorgente, uno degli ultimi rami del fiume sotterraneo in cui convogliano le acque della Valle dei Cervi.
Tramite bellissimi sentieri e la via Appia Calabro Salentina, al calar del sole, arriviamo a Santa Cesarea Terme.
QUARTA TAPPA: SANTA CESAREA TERME ➔ MARINA SERRA – 22,9 KM – 6H
Altra giornata di cammino ricca di meraviglie! Partiamo con una meravigliosa giornata di sole verso Porto Miggiano, qui il mare spazia dal blu al verde cristallino, è proprio vero quello che dicono sul mare del Salento. Prendendo qualche deviazione per evitare l’asfalto, arriviamo a Castro, un piccolo gioiellino. Oggi è davvero una splendida giornata, il sole splende e ci sono 15 gradi, ed è pieno inverno! Ci fermiamo ad una pasticceria per una pausa pasticciotto e caffè leccese. Il cammino prosegue su un bellissimo sentiero su roccia!
Si arriva così alla cala dell’Acquaviva, una insenatura con sorgenti di acqua fredda, ai piedi della serra di Marittima. Si prosegue tramite il sentiero natura belvedere, il sentiero serra del mito, passando la torre del sasso e le sette pajare e arrivando a Tricase porto, dove ci fermiamo in un baretto e incontriamo tanta gente curiosa di vederci con uno zaino in spalla. Sempre al calar delle tenebre, raggiungiamo infine Marina Serra tramite la litoranea, famosa per la sua favolosa piscina naturale.
QUINTA TAPPA: MARINA SERRA ➔ SANTA MARIA DI LEUCA – 21,8 KM – 5,5H
Ultima tappa di questo splendido cammino! Sveglia presto oggi per cercare di vedere l’alba, senza alcun successo! Ma ci godiamo la tranquillità e il silenzio del mattino. Le acque della piscina naturale sono limpide e cristalline. Ringrazio tanto Adelaide per la bellissima ospitalità con il suo cagnone Ettore e proseguiamo. Quest’oggi ci aspettano tante altre bellezze. Vedendo la traccia GPX mi accorgo che ci allontaneremo dal mare e proseguiremo all’interno sull’asfalto. Per evitare ciò, seguiremo dei sentieri non tracciati sulla costa. Ci ritroviamo in posti stupendi, su sentieri esposti sul mare, roccette e piccole calette nascoste. Il sentiero ci porta a Marina di Novaglie, dove interseca nuovamente il sentiero originale del Cammino del Salento.
Dal sole caldo, ci ritroviamo in un acquazzone e decidiamo di fermarci un attimo per la pausa pranzo. Proseguiamo tramite il Sentiero delle Cipolliane, dove sono presenti le famose grotte, sulla linea di confine tra la terra e il mare, lungo un paesaggio mozzafiato a picco sul mare si arriva all’insenatura del Ciolo. Ad unire le due sponde più alte delle rocce, c’è un grande ponte (Ponte Ciolo), a 40 metri dal livello del mare. Qui, incontriamo un vecchio signore che con una bancarella vende i suoi prodotti freschi. Ci fermiamo a scambiare due chiacchiere e nel mentre ci accorgiamo che appaiono due bellissimi arcobaleni. Proseguiamo e nel voltarmi noto che gli arcobaleni erano diventati cinque!!! Un bellissimo regalo di una bellezza incredibile. Quanta emozione, ci godiamo questo spettacolo increduli, mentre la pioggia ricomincia a cadere.
Dal Ciolo si raggiunge Gagliano del capo tramite un percorso disseminato di grotte e falesie. Proseguendo su strade vicinali si raggiunge l’Erma Antica, dove si può effettuare il rito delle pietre degli antichi pellegrini. In men che non si dica, ci ritroviamo ai piedi della cascata monumentale di Santa Maria di Leuca: 284 gradini ci separano dal Santuario de Finibus Terrae, meta finale del Cammino del Salento. Nuovamente al calar delle tenebre (tranquilli, siamo noi che ci mettiamo tanto perché Vins ha i suoi tempi), saliamo la scalinata ed eccolo lì: il faro de Finibus Terrae! Che bello, che emozione! Qui, dove la terra incontra il mare. Qui, dove la terra finisce e il mare comincia. Conserva l’incredibile incontro tra le acque di due mari, Ionio e Adriatico.
Al mattino dopo ci incontriamo nuovamente con Federica e Mariarita che ci consegnano il testimonium di fine cammino! Bellissimo e coloratissimo.
La Via del Mare e le mie emozioni
La magia ad ogni passo.
Questo cammino mi ha sorpreso ad ogni passo. Vins, prima di lasciarci, mi ha chiesto: “quale parola daresti a questo cammino?”, non ci ho neanche pensato e ho risposto d’impulso: imprevedibilità.
Non abbiamo progettato granché, abbiamo lasciato che fosse il flusso degli eventi a guidarci. In maniera del tutto imprevedibile abbiamo vissuto esperienze, sensazioni ed emozioni uniche. I ritardi perenni, i fuori traccia, gli incontri, il mio virus intestinale, il non avere orari da rispettare…Vivere attimo per attimo ti porta esattamente dove dovresti essere in quel preciso istante, e questo cammino me ne ha dato la prova. In ogni singolo passo.
Abbiamo camminato con tutte le diverse condizioni metereologiche: freddo, caldo, vento, sole, pioggia, temporale… Ho corso sotto la pioggia, questo ha attratto l’attenzione di un signore che era per strada a vendere i suoi prodotti. Parlando con lui, sbagliando sentiero, tornando indietro, fermandoci di nuovo a chiacchierare, ci ha permesso di viverci uno dei più grandi spettacoli che mai potevamo immaginare: assistere alla bellezza incantevole di ben cinque arcobaleni uno dietro l’altro. È stato a dir poco stupendo! Se per la fretta noi avessimo fatto una sola cosa in maniera diversa, ci saremmo persi tante delle meravigliose cose che abbiamo potuto vivere in questi intensi 115 km.
Quindi cosa mi ha insegnato questo cammino? Vivere senza pensar troppo. Vivere senza fretta ma nella lentezza dello scorrere del tempo. Senza drammi di cosa sarà in futuro. Senza rimpianti di quel che è stato. Ma solo il benessere dell’attimo presente. E se si sbaglia strada ci sarà sicuramente qualcosa di meraviglioso ad attenderci. E se siamo in ritardo su qualcosa nella tabella di marcia della vita, nel mentre potremmo vivere esperienze sensazionali. E che non c’è niente di più magico che affidarsi alla vita.
Nel dubbio io cammino, so di essere esattamente dove dovrei essere.
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I 10 comandamenti (più uno) del buon camminatore
- Fermarti quando il tuo corpo e la tua mente lo necessitano.
- Riprendere fiato dopo una lunga salita.
- Seguire il proprio ritmo.
- Parlarsi, ascoltarsi, capirsi, accettarsi, amarsi.
- Accettare le difficoltà e superarle.
- Non tutto si ottiene subito.
- Sorridere, sempre e comunque.
- A volte perdersi ci fa scoprire strade e panorami che ci tolgono il fiato.
- Potete mollare.
- Decidere con chi camminare è fondamentale.
- Vivere di poco è il segreto della felicità.