Chiunque abbia attraversato la Via degli Dei si sarà accorto di questa speciale pavimentazione presente nella terza tappa, andando verso il Passo della Futa.
Si tratta dell’antica Via Flaminia Militare, tanto antica quanto importante reperto storico presente nella nostra nazione. Vi sembrerà di attraversare un museo a cielo aperto!
CENNI STORICI
I Romani fondarono la colonia di Bononia nel 189 a.C. sul luogo dell’etrusca Felsina. Successivamente, il console Caio Flaminio, venne incaricato di costruire una strada che portasse da Bologna ad Arezzo, collegando le due città.
La strada segue esattamente il crinale spartiacque tra Savena e Setta: superato il passo della Futa scende fino al Mugello.
Sulla scelta della strada, C. Flaminio, seguì la pista etrusca transappenninica che da Bononia arrivava a Fiesole. Usata nei secoli precedenti dagli Etruschi per i commerci in val Padana, nel 187 a.C. venne perfezionato il tracciato, migliorando la strada per garantire il transito agli eserciti.
Pian piano venne abbandonata, dato che lo scopo per il quale venne costruita venne meno, e cominciò ad essere frequentata da viandanti nel periodo del medioevo, che valicavano l’Appennino come variante alla Via Francigena.
Con il passare dei secoli, la Via Flaminia Militare venne del tutto abbandonata, distrutta dagli eventi naturali e climatici, sepolta dal fogliame e terreno, l’uomo se ne dimenticò della sua esistenza.
La scoperta di Santi e Agostini
Alla fine degli anni sessanta Santi e Agostini, due appassionati di archeologia, si misero alla ricerca della strada basandosi sulle testimonianze orali e il ritrovamento di una vecchia moneta romana.
Dopo quasi trent’anni di studi e ricerche, venne riportato alla luce un pezzo di basolato fino ad individuarne l’esatto percorso della strada.
I tratti erano ancora ben conservati grazie al poco popolamento del territorio e ricoperti da vari centimetri di fogliame e terriccio accumulatosi nel corso dei secoli.
Molti di questi tratti furono ritrovati alcuni km dal Passo della Futa, vicino il Monte Bastione.
I tratti di basolato romano sono larghi 240 cm corrispondenti a otto piedi romani. Generalmente i romani utilizzavano il basolato solamente per le strade urbane, mentre le vie extraurbane erano costruite solitamente con il “glareum”, cioè l’odierna strada bianca in ghiaia. L’ipotesi è che i romani avessero deciso di realizzare una pavimentazione solida per garantire la transitabilità in tutti i periodi dell’anno.
La strada venne battezzata come “Via Flaminia Militare”, sia per ricordare il nome del costruttore Caio Flaminio, sia per distinguerla dalla Via Flaminia, costruita nel 220 a.C. tra Roma e Rimini.
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