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Pagine in Valigia

La scelta di un cammino: siamo veramente noi a sceglierlo?!

Molto spesso mi è stato chiesto perché io abbia scelto quel cammino in particolare.
Beh ecco, diciamo che non c’è un vero e proprio motivo.
Penso, piuttosto, che sia il cammino stesso a sceglierci.
Penso che il cammino sia un richiamo.

Quando tutto non aveva un senso

A fine Gennaio del 2020, ero in una fase molto brutta della mia vita.
Avevo 27 anni e avevo appena buttato nella spazzatura 5 anni della mia vita.
Avevo lasciato un lavoro a tempo indeterminato, stavo lasciando il mio bilocale che avevo desiderato così tanto, ma così tanto…quella bellissima sensazione che ti crea l’indipendenza, io me l’ero presa con tutte le mie forze! Ed eccomi qui, a buttare via tutto quello che mi ero costruita da sola.
Com’ero arrivata a tutto questo?

La mia vita era andata completamente a pezzi, distrutta, disintegrata…ed io avevo lasciato che tutto questo accadesse, come se fossi lì come spettatrice, senza fare nulla per aggiustare le cose. Anzi, per un periodo ho anche cercato di rifarmi una vita, ripartendo da me: avevo lasciato la casa con cui convivevo con il mio ex fidanzato, ero andata a vivere da sola, nella mia casetta che io chiamavo ‘Tana’, la mia tana personale, solo mia e i miei pelosi come coinquilini. Ma questo non era bastato, qualsiasi cosa facessi, tutto andava in pezzi.

Quella sera, nel giorno del mio compleanno, trovai la mia fune, quella fune a cui io potessi aggrapparmi e poter uscire dal mio pozzo, così fondo da non riuscire neanche a vedere una luce in lontananza.

Quando il cammino mi ha chiamata

Quindi il giorno del mio 27esimo compleanno, inaspettatamente, il cammino mi ha chiamata.

Un’idea dal nulla mi è balenata in testa e ho esordito ad alta voce “Sai che c’è? Parto per Santiago!
Sapevo poco e niente di questo cammino, oltre che fosse un cammino molto famoso, conoscevo qualcuno che l’avesse già fatto, ne avevo sentito parlare più volte, sentendone parlare come un’esperienza bellissima che ti cambia la vita. Oltre queste cose non avevo assolutamente idea di come funzionasse un cammino, che ci fossero diverse vie per arrivarci, cosa esattamente significasse camminare per tutti quei km da sola o con qualcuno!

Come mi sia venuto in mente in quel preciso momento, di quel periodo della mia vita, non lo so! Ma so per certa che è stato un richiamo, per me poi, successivamente, diventato un vero e proprio salvagente in quel particolare periodo della mia vita, un periodo molto fragile.
Ho scritto un articolo a riguardo, che puoi leggere qui!

Santiago per me sarebbe stato una ripartenza. Avrei ricominciato da lì, avrei cercato le risposte alle mie domande, avrei provato a guarire dalle ferite e soprattutto a perdonare me stessa e gli altri.

Questa idea, questo progetto che stava prendendo forma nella mia mente per me è stato vitale!

Una volta lasciata la città che mi aveva adottata per 5 anni, Milano, ed essere tornata nella mia città Natale, Altamura, tutto iniziò a prendere forma.

A distanza di pochi giorni avevo lo zaino pronto, tutta l’attrezzatura, la guida letta e riletta, credenziale arrivata e un biglietto di sola andata per Bordeaux (in Francia), dove avrei cominciato il mio cammino francese verso Santiago de Compostela.

Alla fine avevo scelto il percorso più lungo che portava a Santiago, la scelta fu dettata dal cuore, non ci pensai due volte, sentivo la necessità di camminare, mettermi alla prova e mi ci sarebbe voluto un bel po’ di tempo e un bel po’ di km, quindi scelsi di camminare per più di 900 km, verso Finisterre!

Quando la fune si spezza, cerca un altro modo per poter salire

La data era scelta: 17 Aprile sarei dovuta partire!

Mi serviva.

Per me era una vera e propria necessità!

Dovevo andarci perché ne sentivo il bisogno!

Ma non andò così.

Quella fune a cui mi ero aggrappata con tutte le mie forze si spezzò all’improvviso, lasciandomi a tentoni nel buio di quel pozzo profondo da cui non riuscivo ad uscirne.

A marzo del 2020, un mese prima della mia partenza, arrivò il covid, seguito da una quarantena che ci rinchiuse in casa per mesi.
Il mio cammino era ufficialmente cancellato e non si sapeva quando si sarebbe potuto partire.
Non ci potevo credere! E ora?!

Sulla strada il cammino mi ha trovata

In quei mesi è stata davvero dura trovare un modo per rimanere a galla.
Mi ci sono buttata a capofitto nell’imparare a suonare nuovi strumenti musicali, leggere libri ma più di tutto io continuavo a progettare, a sognare.

Sognavo Santiago ogni giorno. Ma l’idea che divenne sempre più forte fu quella del viaggio come stile di vita.

Nonostante il periodo difficile, non mi sono mai abbattuta.

A fine quarantena, decisi di mettermi in cammino senza sapere esattamente dove.

Avevo sentito parlare di un cammino che attraversava la mia regione e una delle tappe fosse proprio la mia città!

Incredibile, no?!

Camminate, non importa per dove, come e perché…Semplicemente, camminate!

Senza sapere più di tanto, un mattino di inizio giugno, presi lo zaino e cominciai a camminare sino a ritrovarmi davanti i segnali del Cammino Materano!

Si trattava della Via Peuceta che collega Bari a Matera, attraversando le campagne e il territorio dell’Alta Murgia.
Quel giorno ho seguito i segnali sino ad arrivare a fine tappa, era il mio primo cammino, il primo in solitaria e non l’avevo neanche organizzato ma la sensazione che mi aveva dato era fuori da qualsiasi sensazione mai provata prima! Così i giorni seguenti ho proseguito per le tappe successive sino a terminarlo.

Non avevo la credenziale, né una guida, niente che potesse somigliare ad un itinerario, avevo solo nelle mie scarpe la voglia di camminare e quella voglia da quel giorno non non ha fatto che aumentare!

Ogni cammino ci lascia un insegnamento, abbine cura!

Quei giorni, oltre che ad ascoltare i miei bisogni, provare un’esperienza nuova, il cammino mi insegnò una vera e propria lezione di vita:

Non siamo noi che scegliamo il cammino, è lui a sceglierci!

Da quel giorno non mi sono mai fermata e non ho mai scelto un cammino in particolare, mi sono lasciata chiamare. Ho lasciato che fosse il cammino stesso ad indicarmi la Via.

Il cammino per me poi è diventato uno stile di vita, non solo un viaggio da riporre nei ricordi insieme alle fotografie. Da qui il mio Vivere in Cammino, che puoi leggere qui!

Ogni cammino avrà un significato, vi avrà scelto per farvi capire delle cose e farvi dimenticarne altre.
E se uno in particolare salterà, come per me Santiago, attendete! Probabilmente non era ancora il suo momento e quel momento, stanne certo, arriverà.

Tu sii paziente, il camminare ci insegna ad esserlo!

Ultreya!



I 10 comandamenti (più uno) del buon camminatore
  1. Fermarti quando il tuo corpo e la tua mente lo necessitano.
  2. Riprendere fiato dopo una lunga salita.
  3. Seguire il proprio ritmo.
  4. Parlarsi, ascoltarsi, capirsi, accettarsi, amarsi.
  5. Accettare le difficoltà e superarle.
  6. Non tutto si ottiene subito.
  7. Sorridere, sempre e comunque.
  8. A volte perdersi ci fa scoprire strade e panorami che ci tolgono il fiato.
  9. Potete mollare.
  10. Decidere con chi camminare è fondamentale.
  11. Vivere di poco è il segreto della felicità.

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