Le tappe della Via degli Dei
La Via degli Dei, solitamente, viene suddivisa in sei tappe, in base alla difficoltà, i dislivelli, la lunghezza e la possibilità di alloggio e ristoro.
Ovviamente, questa suddivisione, può essere riadattata in base alla persona che lo affronta, tendendo conto delle sue capacità, l’allenamento e di quanti giorni ha a disposizione.
Tutti possono fare la Via degli Dei?
Scegliere di fare la Via degli Dei richiede un minimo di allenamento, almeno nel percorrere tanti km in un giorno. A volte le tappe raggiungono i 30 km, con dislivelli non da sottovalutare e con lo zaino perennemente addosso non è affatto facile!
Più che la forza fisica, quello che richiedono i lunghi cammini a piedi è una grande forza di volontà. Ci si accorge mentre si cammina che se manca quella, il vostro fisico potrebbe decidere di abbandonarvi. Sembra quasi una sfida contro voi stessi, ti spinge ad andare avanti con la voglia di farcela, nonostante la difficoltà e la stanchezza.
Quindi, se avete una grande e forte motivazione siete già ad un buon punto di partenza, tutto questo va oltre il fisico!
È questo, quello che mi ha insegnato la Via degli Dei.
QUI TROVATE LE GUIDE DELLA VIA DEGLI DEI
Da piazza Maggiore a piazza della Signoria
Come ho precedentemente detto, la Via degli Dei è stata suddivisa in sei tappe. Se comprerete la guida de “Le terre di mezzo”, troverete la suddivisione suggerita da fare in sei giorni. Io, nel pieno del cammino, ho scelto di farlo in cinque giorni, con la seguente suddivisione:
- Bologna – Brento +30 km
- Brento – Madonna dei Fornelli +20 km
- Madonna dei Fornelli – Monte di Fo’ +20 km
- Monte di Fo’ – Tagliaferro +30 km
- Tagliaferro – Firenze +30 km
Prima tappa: da piazza Maggiore a Brento
Ufficialmente la Via degli Dei parte da piazza Maggiore, Bologna. Attraversando il centro della città mi incammino verso il Santuario di San Luca, da secoli il più importante luogo di pellegrinaggio per i bolognesi. Attraverso le infinite 666 arcate di un lungo portico (il più lungo del mondo) in salita, che mi porterà al santuario che sovrasta la città.
Dopodiché, superata una bellissima vista sui colli bolognesi, scendo per un sentiero, da qui in poi seguo le segnaletiche tra sentieri in leggera discesa e pianura fino ad arrivare al fiume Reno. Proseguo oltre i Prati di Mugnano, dove ci possiamo dissetare ad una fontana (riempite le borracce, non ci sono molte fonti d’acqua), verso il bosco. Perdendosi nel silenzio, che solo questi posti magici immersi nella natura possono offrirci.
Prima del Monte Adone, ci sono dei B&B dove molto spesso la gente si ferma per pernottare e proseguire l’indomani per la salita del monte Adone. È più semplice salire il monte Adone quando si è freschi e riposati! Ma io ho proseguito per poter raggiungere Brento, dove avrei piantato la mia tenda.
La salita del Monte Adone
Prima raggiungere Brento, la mappa vi offre due opzioni:
- saltare la salita del Monte e proseguire tramite il percorso in bici, diminuendo il dislivello in salita e tagliando di 2 km;
- seguendo il percorso verso il Monte Adone.
Ho proseguito con Giovanni (un pellegrino solitario incontrato durante il cammino) per la salita del Monte Adone: bellissima quanto faticosa, soprattutto dopo quasi 30 km di cammino e lo zaino strapieno dovuto al materiale utile al campeggio. Qui incontriamo Francesca, Lorenzo, Mauro e Lorenzo.
P.S. non dimenticate di lasciare un vostro messaggio sul libro dei viandanti, inserito in una scatola metallica sotto la croce.
Dopo la discesa del Monte Adone si arriva a Brento, piccola cittadina dove, in un campetto da calcio, ho piantato la mia tenda e con pochi euro ho potuto utilizzare le loro docce.
La mia prima notte in tenda…che magia!
Seconda tappa: da Brento a Madonna dei Fornelli
Ci svegliamo con calma, colazione al volo e si prosegue verso Monzuno.
Appena comincio a camminare provo un forte dolore alla gamba, più cammino e più diviene forte.
Motivo: un nervo della gamba sinistra infiammato!
Proseguo con molta difficoltà con l’aiuto dei bastoncini da trekking (fortuna li ho portati con me!).
Ad incamminarci siamo in 6, la tappa comincia con km infiniti di asfalto, che abbiamo molto sofferto, fino ad arrivare a Monzuno.
A Monzuno troverete farmacia, negozi di alimentari e qualsiasi cosa abbiate bisogno. Noi ci siamo fermati a mangiare, per poi proseguire.
Attraversiamo boschi e castagneti, ci perdiamo nel verde, nel silenzioso abbraccio della natura.
Raggiungiamo Monte Galletto e lungo una discesa di diversi km arriviamo a Madonna dei Fornelli.
Ringrazio Giovanni per aver portato la mia tenda, oltre la sua, per gli ultimi 5 km.
Questa tappa è stata molto sofferta tanto da pensare che avrei mollato, che non ce l’avrei mai fatta. Troppi i 12 kg di zaino, troppi i km con fastidiosi dislivelli che, con un nervo della gamba infiammato, diventano più pesanti di quello che dovrebbero essere. Ma è stato esattamente qui che ho capito di quanta forza interiore sono dotata, di quanto credo in me. Sono stata la mia prima sostenitrice, dall’inizio alla fine!
Terza tappa: da Madonna dei Fornelli a Monte di Fo’
Sveglia all’alba, colazione al sorgere del sole e si parte per i prossimi 20 km. Il nervo quest’oggi sembra andare meglio. L’antidolorifico e il ghiaccio, durante la notte, hanno fatto miracoli!
In questa tappa, scelgo di proseguire da sola. Da sola riesco a vivermi tutto diversamente, a modo mio.
Proseguo per lunghi tratti in discesa, passo lungo la Flaminia Militare, tra faggeti, attraversando il confine con la Toscana!
Proseguo per “la strada romana”, arrivando al monte Le Banditacce a quota 1200 mt. È il punto più alto della Via degli Dei, incredibile essere arrivata così in alto partendo dalla pianura padana, con 12 kg addosso, un nervo infiammato e le sole mie forze!
L’ultimo pezzo, tutto in discesa fino al cimitero monumentale, lo faccio insieme a Luca, un altro viandante solitario.
Una volta arrivati al cimitero monumentale germanico, e abbandonato lo zaino in custodia a Luca, mi appresto a visitarlo insieme a due sorelle viandanti, Sara e Francesca.
Inutile dire il silenzio che sovrasta questo luogo, una stretta al cuore trovare un ampia collina tappezzata da 30.800 tombe di soldati tedeschi caduti in guerra nel territorio italiano.
Insieme ad altre due viandanti, Maddalena e Camilla, raggiungo il camping dove avrei piantato la mia tenda a Monte di Fo’.
Sono nella tenda, piove e tutto si trasforma in magia.
Il silenzio, il rumore della pioggia che picchietta sulla tenda, la pesantezza alle gambe che ti fa sentire viva, la solitudine che fa bene al cuore, stanca, distrutta, felice all’idea che non è ancora finita…No, non ancora!
Quarta tappa: da Monte di Fo’ a Tagliaferro
Super tappa, quella di oggi! Era previsto che mi fermassi circa 10 km prima, a San Piero a Sieve, invece una volta lì ho continuato fino ad arrivare a Tagliaferro prima di sera, senza la minima idea di dove fermarmi.
Parto bella carica, arranco per diverse salite attraverso faggete fino a giungere al passo dell’Osteria Bruciata, un posto singolare legato ad un’antica leggenda. Qui troviamo il ‘Box dei Camminatori’, una scatola posizionata nello spiazzale: “prendi ciò che ti serve, lascia ciò che vuoi”.
Continuo verso la direzione per Sant’Agata, un piccolo borgo, dove mi fermo per un pranzo al volo: fagioli in scatola, comodamente mangiati in piazza!
Dopo una lunga discesa, arrivo a San Piero a Sieve, dove sarei dovuta fermarmi in un camping ma, invece, decido di procedere fin dove riesco ad arrivare prima di sera.
Proseguo con altri pellegrini, tra boschi, strade ghiaiate circondate da cipressi, fino alla splendida località di Trebbio, dove è posizionato un bellissimo castello privato.
Quasi a Tagliaferro, incrociamo un camioncino che trasporta surgelati, tra cui anche gelati! Il signore si accosta, vedendoci accaldati e stanchi dopo quasi 30 km e tanti altri km alle spalle dei giorni precedenti, e ci offre un ghiacciolo dal suo camioncino. Un bellissimo gesto di condivisione e gentilezza.
È quasi sera, il tempo si fa nero e i pellegrini raggiungono i loro B&B prenotati. Questa notte mi sarei dovuta fermare wild ma c’era il maltempo pronto a raggiungermi da lì a poco ed essendo sola, decido di chiedere ospitalità al primo posto che trovo sulla strada. Mi fermo da Elisir, una simpatica signora dai capelli corvino, che ospitava altri pellegrini. Elisir mi prepara una fantastica cena vegetariana che mi ha rimesso subito in forze, ci intrattiene con i racconti dei suoi viaggi, avventure con i pellegrini che ospita e mi fa sentire come se fossi a casa.
Quinta tappa: l’arrivo a Firenze!
Le emozioni che si provano durante l’ultima tappa sono molto contrastanti.
Felicità, stupore, fierezza…ma anche una profonda tristezza nell’essere giunti al termine di un qualcosa che si vuole continuare all’infinito!
Termino questo bellissimo, quanto faticosissimo, cammino con Francesca, Mauro e Lorenzo.
Veniamo travolti dal maltempo, un acquazzone incessante che ci accompagna per diversi km nel bosco.
Mi fa sentire terribilmente viva questa pioggia, incredibile come un cammino ti insegni perfino a sorridere sotto un acquazzone!
Ci impastiamo le scarpe con abbondante fango. Le scarpe bagnate e i calzini zeppi d’acqua, mi fanno formare delle fastidiosissime vesciche che le curo in pieno centro di Fiesole, perché mi rendono il camminare doloroso.
L’unica cosa che non ho amato di questa tappa, sono stati gli infiniti km di asfalto che si deve percorrere fino a Firenze, passando da Fiesole.
L’arrivo nella grande e caotica città non è il massimo: caos, smog, caldo, cemento, gente ovunque! Ma dentro di te stai per raggiungere uno dei traguardi che custodirai dentro al tuo cuore per sempre.
Piazza della Signoria, adesso, ha tutto un altro significato per me, a guardarla, con le gambe tremolanti e il cuore in gola, è ancora più bella di quanto ricordassi…
I cammini non vanno pensati, non vanno programmati, vanno vissuti!
Prepara lo zaino e comincia a camminare, non sarà mai una decisione sbagliata.
Ultreya!
Tutto ciò che devi sapere sulla Via degli Dei, lo trovi qui
Come preparare lo zaino per un cammino? Clicca qui per tutte le informazioni utili!
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- La Via del Mare del Cammino del Salento
- Cammino del Salento: a piedi verso Santa Maria di Leuca
I 10 comandamenti (più uno) del buon camminatore
- Fermarti quando il tuo corpo e la tua mente lo necessitano.
- Riprendere fiato dopo una lunga salita.
- Seguire il proprio ritmo.
- Parlarsi, ascoltarsi, capirsi, accettarsi, amarsi.
- Accettare le difficoltà e superarle.
- Non tutto si ottiene subito.
- Sorridere, sempre e comunque.
- A volte perdersi ci fa scoprire strade e panorami che ci tolgono il fiato.
- Potete mollare.
- Decidere con chi camminare è fondamentale.
- Vivere di poco è il segreto della felicità.
2 risposte su “Le tappe della Via degli Dei: Bologna – Firenze a piedi”
Bel racconto e bella esperienza, grazie per averlo condiviso! 🙂
Grazie mille 🙂