I cammini sono degli itinerari che si percorrono a piedi. Ce ne sono diversi in tutto il mondo, alcuni più conosciuti di altri, e i motivi che spingono i pellegrini a mettersi in cammino sono differenti. Ognuno ha la sua motivazione, chi per religione, chi per passione, chi per mettersi alla prova, chi per turismo e chi va alla ricerca di qualcosa, che il più delle volte è dentro di noi.
Sono venuta a conoscenza dei cammini, grazie al famosissimo cammino di Santiago, chi non lo conosce?!
Non essendo potuta partire nell’Aprile 2020 per Santiago, causa covid, ho scoperto questa realtà dei cammini italiani, a me totalmente sconosciuta! Così ho deciso di intraprendere vari cammini italiani, nel giro di 3 mesi, recuperando quello che non avevo potuto percorrere.
Dove si dorme in cammino?
I cammini sono formati da un partenza e un arrivo, di solito per i cammini religiosi la meta è un luogo sacro. Il tragitto varia di lunghezza e si percorrono diverse tappe e in ognuna ci si ferma e si pernotta.
I pernottamenti li possiamo trovare in diverse tipologie: ostelli, B&B, ospitalità religiose, ospitalità domestica, ospitalità a donativo, tenda.
Qui di seguito vi elencherò le strutture per quanto riguarda i cammini italiani. Il cammino di Santiago, che tutti conosciamo, funziona in maniera differente con le strutture. Il quale prevede l’elevata presenza di ostelli e donativi, con prezzi molto ridotti rispetto all’Italia.
- Ostelli: si tratta di ospitalità con letti a castello e bagni in comune. Solitamente si ha l’accesso al servizio lavanderia. I prezzi variano, in Italia tra i 15 e i 20 euro.
- B&B, sono le classiche strutture che prevedono di avere una camera tutta per sé. I prezzi sono più elevati, si aggirano dai 30 euro per una singola, 50 per una doppia, a 80 euro una tripla, circa (dipende sempre dal luogo e dalla stagione);
- Ospitalità religiosa, si tratta di strutture gestite da ordini religiosi. Solitamente i prezzi vanno intorno ai 10/15 euro. In alcune si dorme con il sacco a pelo o si possono richiedere le lenzuola a pagamento (alcune strutture prevedono di lasciare una donazione, invece di un pagamento fisso);
- Ospitalità domestica o a donativo, si tratta di persone che aprono la porta delle proprie case, eremi, conventi e/o monasteri ai pellegrini. Solitamente si dorme in sacco a pelo. Questo tipo di ospitalità (in genere) non prevede una somma prestabilita ma bensì una donazione appropriata. Inutile dire che quando si viene ospitati è bene essere educati, puliti, rispettare chi vi ospita; è bene avvisare in largo anticipo la vostra permanenza, in giornata o anche prima l’orario di arrivo. Sarebbe bello donare un po’ del vostro tempo a chi vi ospita e non usare la permanenza solo per lavarvi e dormire.
- Campeggio/Bivacco, non in tutti i cammini sono presenti i campeggi o i luoghi dove poter mettere la tenda. Il bivacco, invece, dipende da che regioni o luoghi si attraversa. Non ovunque è consentito mettere la tenda, ad esempio i parchi protetti. Documentatevi prima della vostra partenza!
Per quanto riguarda le tappe, i luoghi dove ci si ferma sono: città, borghi, paesi, luoghi che hanno dei servizi di prima necessità.
In genere, ogni cammino ha la sua segnaletica e i suoi colori che lo caratterizzano, e che indicano l’itinerario da percorrere. Inoltre, molti hanno anche le mappe gpx da poter scaricare e le più famose anche guide cartacee.
La credenziale e il Testimonium
Ogni cammino ha anche la propria credenziale del pellegrino, ovvero una specie di passaporto del pellegrino dove vengono posti tutti i timbri delle città dove si pernotta. Inoltre, attesta che stai percorrendo il cammino, che sei un pellegrino e hai diritto a convenzioni per pernottamenti e, in alcuni casi, anche sul ristoro.
La credenziale dichiara dell’effettivo percorso e quanti km hai percorso, più o meno, in base ai numeri di timbri presenti. Al termine del cammino, se hai percorso solitamente minimo 100 km, hai il testimonium. Ovvero, un “attestato” che certifica il cammino.
Cosa serve per affrontare un cammino
Per partire per un cammino basta avere una sola cosa: forza di volontà! Mentre, il resto che serve per affrontare un cammino, lo si trova in un semplice negozio di sport.
Quindi, di seguito vediamo quello che serve principalmente:
- zaino da trekking: max di 40 lt, comodo, con tante tasche, funzionale, con tutte le accortezze per la comodità;
- scarpe: dipende molto dal tipo di tragitto, per esempio: cammino prevalentemente di montagna, meglio uno scarponcino da trekking. Un cammino tranquillo, campagna, sterrato, asfalto, va bene una da trekking comoda e leggera ma anche una da running. In ogni tipo di cammino, è meglio avere con sé dei sandali da trekking, utilissimi per camminare sull’asfalto e per far respirare il piede;
- acqua: solitamente porto 2 lt, un po’ di più se attraverserò un tragitto lungo, senza fonti d’acqua ed è estate.
Ma cosa mettere, nello specifico, dentro lo zaino?
Camminare soli o in compagnia?
Con chi partire per un cammino, dipende da persona a persona. Difatti, c’è chi parte in gruppetti (ci sono anche gruppi organizzati), coppie, amici e poi i solitari. Io, fino ad oggi, sono sempre partita sola.
Spesso capita anche che si parte insieme, ma a volte si prosegue separati. Dunque, tutto dipende da come volete vivervi il cammino.
In molti cammini, soprattutto Santiago, c’è un sacco di gente, tantissima! Si parte soli ma non si è mai realmente soli. (Attenzione, questo dipende molto da quanto è conosciuto il cammino e dal periodo, solitamente in estate c’è più gente.)
Ad esempio: sulla Via degli Dei (fatta a Luglio 2020) ho incontrato un sacco di gente, alla fine mi trovavo sempre con qualcuno, era difficile proseguire sola. Mentre, sulla Via Ellenica (fatta a Settembre 2020) ho fatto 300 km, 12 giorni, completamente sola, ed è stato qualcosa che non si può spiegare!
Spesso capita che si creano gruppi, poi ci si separa nel mentre, poi ci si ritrova a fine tappa, spesso si condividono cene, storie, esperienze ect… si crea sempre una bella atmosfera.
Ad esempio: sulla Via di Francesco (fatta ad Ottobre 2021) avevo incontrato un gruppo di camminatori, io camminavo sola ma alla sera cenavamo tutti assieme.
Una delle cose che più amo è che, sul cammino, siamo tutti uguali. Siamo vestiti tutti allo stesso modo, puzziamo tutti allo stesso modo, siamo sporchi e stanchi. Non esiste dottore, avvocato, ingegnere o cameriere, non ci sono professioni ma solo persone, a nessuno interessa che lavoro fai nella vita ma solo chi sei tu in quel momento e, magari, perché sei lì in quell’istante.
Allenamento pre-cammino
Una delle domande che mi pongono spesso è proprio questa: “Mi devo allenare? Tu che allenamento fai?”
L’allenamento dipende da persona a persona. Io, ad esempio, essendo cameriera sono abituata al continuo camminare per ore e ore, non ho mai fatto nessun allenamento particolare. Soprattutto nell’ultimo periodo, che lavoro in montagna e quasi tutti i giorni sono sui sentieri a fare escursioni.
È ovvio che se fate un lavoro che vi costringere a stare ore e ore seduti, vi suggerisco di abituare il vostro corpo al movimento. Dunque, in questo caso, vi consiglio di camminare almeno ogni giorno, di aumentare il kilometraggio pian piano e di abituarvi alle salite e discese. Possibilmente tutto questo con lo zaino e le scarpe che utilizzerete per il cammino. In tal modo, capirete già se le scarpe sono adatte (oltre a rodarle), vi abituerete allo zaino, i muscoli pian piano si abituano alla camminata e partirete più preparati.
Ricordate che: la cosa più pesante dei cammini è lo sforzo continuo per giorni e settimane. Se si va a fare trekking, a fine giornata hai finito e il giorno dopo puoi riposare. Diversamente dai cammini, dove la difficoltà sta nel proseguire per svariati km, con diversi kg sulle spalle per ore, per giorni e per settimane. La stanchezza è molta e ti abitui solo col tempo. Solitamente quando ti sei abituato, hai terminato il cammino 😀
Infine, i km che si percorrono dipende dalle tappe e da quanti km si riesce a fare. Penso che, la cosa più importante sia riuscire ad ascoltare il proprio corpo. Diciamo che più o meno le tappe sono di 20-25 km, a volte ci sono anche quelle di 30 km e se si riesce si può fare anche di più. Tutto dipende dal tuo corpo e la tua mente, ad ogni modo una buona preparazione aiuta sicuramente 🙂
Che difficoltà si possono incontrare
Partiamo col dire che i cammini sono percorsi sicuri, soprattutto se andremo a percorrere quelle vie più conosciute e trafficate.
Dunque, le difficoltà che si possono trovare sono più che altro fisiche. Può capitare, infatti, di essere fermati da tendinite, infiammazione dei nervi, storte, vesciche… Un consiglio che posso darvi è di avere sempre con sé l’Arnica e degli antinfiammatori! Per le vesciche invece ago e filo.
Oltre questi problemi fisici che possono insorgere, passiamo a chi potremmo incontrare sul cammino.
Parto dicendo che le possibilità sono sporadiche, quindi non lasciate prendervi dal panico da qualcosa che probabilmente non capiterà mai.
“E se capitasse?”. Usiamo la testa e le conoscenze per uscirne fuori.
Ma quindi, chi possiamo incontrare lungo il nostro cammino?
- Animali selvatici: se camminate in città e incontrate gente, non penso che vi stupite di camminare in un bosco e di incontrare degli animali selvatici. È la loro casa ed è normale e giusto che ci siano. Anzi, direi piuttosto di rispettare loro e l’ambiente in cui vivono.
Premessa: è raro che degli animali selvatici si facciano vedere se sentono degli umani, ma può capitare, se magari si cammina abbastanza silenziosamente. In ogni caso, loro hanno più paura di noi e, solitamente, se vi vedono o sentono scapperanno. Inoltre, basta fare un po’ di rumore per farli andare via. Ma tranquilli, di solito non sono lì per farvi del male, anzi, siamo proprio noi umani che gliene facciamo.
- Cani: se camminiamo in alcuni posti, potrebbe capitare di incontrare dei greggi al pascolo, che a loro difesa ci sono i cani pastore. I cani pastore sono lì a fare il loro lavoro, difendono il gregge e la loro proprietà. Difficilmente un cane pastore attacca, sempre se non si decide di proseguire fregandosene degli avvisi dettati dai cani, che sono lì ad avvisare di non avvicinarsi al proprio gregge. L’unica cosa da fare in questi casi, è tornare indietro con tranquillità, allontanandosi dalla loro areale e cambiare strada, oppure aspettare che vadano via (ma potrebbe passare un po’ di tempo).
Potrebbe capitare anche di incontrare cani randagi o cani di proprietà lasciati liberi. In quel caso bisogna mantenere la calma, non fare movimenti bruschi che potrebbero far intendere che siete una minaccia, ma bensì bisogna restare calmi. “Facile a dirsi…”, mi direte. È vero, ma fidatevi. Io, col tempo, ho anche contattato un cinofilo per capire meglio come comportarmi di fronte a determinate situazioni.
Se dovesse incontrare dei cani che vi seguono, cercate di non farvi seguire. A volte capita che alcuni cani, di proprietà e non, vi seguono e finiscono per fare km e km e alla fine non sanno più come tornare o sono troppo stanchi per farlo. Se li amate non fatevi seguire per il loro bene 🙂
Ne approfitto per dire che: non bisogna assolutamente dare da mangiare agli animali, né selvatici, né cani che non sono vostri!
- Cacciatori: sembra stupido che ve ne parli, ma vi posso assicurare che non lo è! Se si cammina nei boschi in periodi di caccia, potete trovare dei cacciatori nei boschi. Cosa fare?! Vestirsi colorati 😀 dico davvero!!! I cacciatori potrebbero scambiarvi per un animale se siete vestiti scuri o mimetizzati con la natura. Mettete vestiti suuuuper colorati! Che poi sono anche belli, no?!
- Esseri umani: lo metto solo perché è la domanda più gettonata che mi viene posta solitamente. Non mi è mai successo di incontrare qualcuno che volesse farmi del male, anzi l’esatto opposto. Ho incontrato molta gente che mi ha aiutato, dato una mano, offerto da mangiare, da bere e che si complimentava, incuriosita. Ad ogni modo, io porto sempre con me uno spray al peperoncino, e lo consiglio anche voi ma non solo quando viaggiate. Anche se molto spesso dico che “mi sono sentita più in pericolo in una grande città come Milano, piuttosto che sui sentieri”.
Ma perché farlo?
Come ho precedentemente detto, i motivi che ci spingono ad incamminarci sono numerosi e differenti. Ognuno di noi ha la sua motivazione e spesso è bello ascoltare e comprendere ogni punto di vista e storia.
Mi piacerebbe raccontarti il motivo che mi ha spinto ad incamminarmi per strade e sentieri con un peso sulle spalle 🙂 ma questo andrà fatto in un articolo a parte, perché voglio dargli la giusta importanza.
Ti dirò solo che se sei qui a leggere, probabilmente hai già una motivazione per farlo. Ti basta solo scegliere dove compiere i tuoi primi passi e dopo tutto verrà da sé. E fidati, in qualsiasi modo andrà questa esperienza, in qualsiasi posto tu decida di farlo, in compagnia di qualcuno o di te stesso, sarà senz’altro un’esperienza straordinaria! ☀️
BUON CAMMINO! 👣
La scelta di un cammino: siamo veramente noi a sceglierlo?!
Vivere in cammino: i 10 comandamenti (più uno) del buon camminatore
E QUI TI LASCIO QUALCHE CAMMINO DA PERCORRERE 🙂
Sentiero del Viandante: camminando affacciati sul lago di Como
In cammino sulla Via di Francesco: da La Verna a Roma a piedi
Il Cammino Materano: la Puglia a piedi verso Matera
Tutto ciò che devi sapere sulla Via degli Dei: da Bologna a Firenze a piedi
- In cammino sulla Piccola Cassia: tra cultura e natura
- Wikiloc: la traversata del Monte Baldo
- Cammino San Francesco di Paola: sui passi del santo patrono calabrese
- La Via del Mare del Cammino del Salento
- Cammino del Salento: a piedi verso Santa Maria di Leuca
I 10 comandamenti (più uno) del buon camminatore
- Fermarti quando il tuo corpo e la tua mente lo necessitano.
- Riprendere fiato dopo una lunga salita.
- Seguire il proprio ritmo.
- Parlarsi, ascoltarsi, capirsi, accettarsi, amarsi.
- Accettare le difficoltà e superarle.
- Non tutto si ottiene subito.
- Sorridere, sempre e comunque.
- A volte perdersi ci fa scoprire strade e panorami che ci tolgono il fiato.
- Potete mollare.
- Decidere con chi camminare è fondamentale.
- Vivere di poco è il segreto della felicità.